domenica 19 gennaio 2014

Mostre e mostruosità

Visitando la clamorosa mostra  a Rovereto dedicata al tema del ritratto nel confronto tra il genio di Antonello ed il ritratto contemporaneo, rimango basito dalla qualità dei dipinti, dalla disposizione delle sale, dall'allestimento, dal percorso tematico sviluppato con bravura didattica esemplare. E confronto questa meraviglia con la mostra di Verona, da Monet a non so, nella ritrita proposta di pittori impressionisti, così cari al grande pubblico e così ormai stucchevoli. Proibizione assoluta di parlare all'interno dell'allestimento, prezzi esosissimi rincarati dall'obbligo delle cuffie con autoparlante , dipinti di Bellotto e di Canaletto ormai riproposti a iosa. Speriamo nella mostra di Veronese prevista per l'estate. Io pago, ma almeno fatemi parlare.

martedì 6 aprile 2010

Piero.........



Cronaca di una visita 2: Piero e la sua spettacolosa storia della vera Croce, e il fascino di alcuni particolari superbi, primo tra tutti il perfido re persiano Corsoe. E il suo alter ego Dio. Piero dipinse le due figure utilizzando probabilmente lo stesso cartone, due sinopie uguali per due personaggi così diversi...Dio che con sguardo amabile e paterno benedice l'annunciazione dell'angelo ad una scultorea e limpidissima Madonna, e lo stesso personaggio che sta per essere decapitato per aver oltraggiato la Croce. Che sia stata volontà di risparmio o sottile simbologia?

lunedì 5 aprile 2010

Cronaca di un viaggio, ad Arezzo, per vedere le storie della Vera Croce e rimanere affascinati da Lei, la Maddalena di Piero nel Duomo di Arezzo, sola ed abbandonata dietro ad un baldacchino trecentesco , piena di solenne ieraticità quasi greca, figura geometrica e spirituale , statua ed affresco, immobile ma viva, capolavoro di un genio assoluto

sabato 3 ottobre 2009

venerdì 2 ottobre 2009


Teseo e il MinotauroAi suoi tempi viveva il crudele re di Tebe, Minosse, che con la sua flotta aveva assediato Atene, già afflitta da peste e carestia. E agli assediati il cattivo di turno impose un atroce tributo: ogni anno e per nove anni, gli ateniesi dovevano fornire sette ragazzi e sette ragazze da dare in pasto ad un essere famelico che passava i suoi giorni in quel di Creta, il Minotauro.Questo mostro vorace aveva la forma di un uomo con la testa di un toro, e viveva nel Labirinto , una intricata costruzione fatta di corridoi e sotterranei, antri e cunicoli. Roba da film dell’orrore.Ma niente paura: santi, taumaturghi ed eroi sono sempre a disposizione nelle speranze di chi li invoca e ne chiede l’aiuto. E il nostro Teseo, che si era abituato al personaggio di “gendarme del mondo” (avrà poi autorevoli imitatori in ogni epoca della storia umana), un giorno deliberò di porre fine con le armi alla cruenta taglia imposta da Minosse agli ateniesi. Detto fatto, parte alla volta di Creta con quella che sarebbe stata l’ultima infornata di giovani destinati alle fauci del mostro. Lì, nel frattempo, riesce a far invaghire di sé la bella Arianna, la figlia del re dell’isola, e, con l’aiuto di lei e munito di una potente mazza, penetra con le piangenti vittime nel dèdalo tenebroso (il Labirinto era chiamato così perché costruito, appunto, da Dèdalo).Teseo affronta dunque il Minotauro e ingaggia con lui un corpo a corpo furioso, ma alla fine gli assesta sulla bestiale testa una mazzata che lo fa stramazzare a terra, morto sul colpo.La vittoria era completa, l’incubo dei sacrifici umani imposti dal crudele Minosse finalmente svanito. Ora però si trattava di tornare indietro, di uscire dal labirinto. Avete mai provato a perdervi in un “dedalo” di viuzze e a non sapervi orientare per venirne fuori? O si fa come Pollicino che, nella famosa fiaba di Perrault, segna i suoi passi con delle bricioline di pane per poter poi ritrovare la strada, o ci si affida… al filo di Arianna. L’innamorata fanciulla sapeva il fatto suo e, per aiutare il suo eroe, gli aveva fornito una grossa matassa di filo che, via via dipanata lungo il cammino, servì poi a Teseo per ripercorrere il tortuoso cammino, fino al ritorno verso la salvezza. Il “filo di Arianna”, appunto.Un epilogo che potrebbe far dire… “e vissero felici e contenti”. Ma purtroppo non è così, e la storia non ha un lieto fine. Gli eroi, dovete sapere (sia quelli dei miti greci, sia i nostri rambo), saranno anche simpatici e coi muscoli ripieni di nerboruta vivacità, ma a volte sono anche un po’ squinternati.E durante il festoso viaggio di ritorno verso Atene a fianco della sua amata e con l’ultimo carico di vittime scampate, il nostro Teseo si ferma in un’isola sperduta dove Arianna voleva sostare per riposarsi; adagia la fanciulla in un prato fiorito in mezzo alle fresche frasche, e fa ritorno alla nave ancorata al largo. Qui - vedi la scarogna - si leva un furioso uragano che trascina via, fra gli insidiosi flutti, la nave, lui e tutto il suo carico di giovani rifugiati. Ha un bel pari, la povera Arianna, a gemere e piangere guardando il naviglio che si allontana: Teseo, passato il fortunale, si dimentica persino di averla conosciuta. Quando si dice… sedotta e abbandonata… (anche se poi l’inconsolabile ragazza ebbe modo di rifarsi una vita con quell’ubriacone di Bacco).Fa quindi vela, il nostro eroe, verso Atene per riportare i giovanetti salvati e dare al padre la notizia dello scampato pericolo e della vittoria. Ma siccome è sempre più sballato, si dimentica di un particolare molto importante: invece di issare una vela bianca, che per chi lo attendeva sarebbe stato il segnale dell’esito felice della sua spedizione, tiene issata la vela nera, segno nefasto che anche lui era stato divorato dal Minotauro.E il dramma si conclude: il vecchio padre Egeo, credendolo morto, cede all’eccesso di dolore e, in gesto disperato, si precipita dalle rocce nel sottostante mare. Il mare che da allora prese il nome da lui: il Mar Egeo, appunto.http://www.alalba.it/Mitologia-Teseo-Minotauro.htm

giovedì 1 ottobre 2009

i segreti della Sistina


Innumerevoli i libri e i trattati sulla sistina, ognuno che porta l'acqua al mulino di conoscenze parziali. Vero è anche però che ci sono delle immagini che fanno pensare. Per esempio questa del peccato originale, che ci interroga sulla natura sessuale di questa vicenda.
penso che sia divertente verificare alcune cosine che sono su questo sito, così, anche solo per curiosità e divertimento.